SOS online (da quotidiemagazine.it)

Hai un problema tecnico di produzione nel settore dell'arte bianca (pane, pizza, grandi lievitati, prodotti da forno in generale)? Il tuo prodotto ha un difetto? Hai bisogno di consigli? Esponi il tuo problema e Simona Lauri ti risponderà nel più breve tempo possibile.

Preparazione della biga

Buongiorno dott.ssa e grazie per la sua risposta al mio precedente quesito sul mantenimento della biga. Volevo chiedere se nel preparare la biga è importante rispettare i tempi di impasto di 4 -5 minuti alla velocita' 1 anche se rispettando la percentuale del 45% di acqua la farina non è stata completamente assorbita. Grazie ancora.

Vedi la risposta

Idratazione impasto per classica

Salve dott.ssa volevo complimentarmi per l ottimo lavoro che svolge e il tempo e lei dedicato nel rispondere a tutte le nostre domande, le chiedo riguardante l'idratazione per impasto Pizza tonda classica conviene farla al 60% o 50% . Su cosa influisce tutta questa quantità di acqua? Con lievito di birra fresco comporta cambiamenti? E come devo gestirlo? Grazie mille.

Vedi la risposta

gluten free

Buongiorno, Volevo chiedere,qual'è il giusto metodo per fare pane e pizza senza glutine utilizzando solo farina senza glutine,lievito acqua, senza addensanti.Oppure esistono dei addensanti naturali? è possibile fare la biga con farine senza glutine? Grazie

Vedi la risposta

Mantenimento della biga nel periodo estivo

Salve dott.ssa e complimenti per questo spazio dedicato all'arte della panificazione. Nel mio panificio lavoriamo con la biga (farina manitoba 45% acqua 1%lievito di birra) per la produzione della maggior parte dei panini tra cui anche le rosette soffiate, e con il lievito madre per la produzione del pane tipo casareccio. Non essendo dotata di fermolievita volevo chiederle dei suggerimenti per la gesrione della biga e del lievito madre nel periodo estivo, per evitare di dover modificare il tipo di lavorazione. Grazie ancora per i suoi preziosi consigli

Vedi la risposta

Doppia lievitazione del pane

Buongiorno, da svariato tempo studio le ricette del pane, alcune preferiscono due lievitazioni quella in massa e quella della forma, mentre alcune prediligono una lievitazione del 30% massimo per la massa per poi favorire la lievitazione definitiva della forma.A livello prettamente organolettico e nutrizionale il secondo può considerarsi un metodo corretto e alternativo oppure sbagliato? Inoltre è corretto parlare di "doppia lievitazione" per il pane?

Vedi la risposta

Senatore Cappelli, IG e gelatinizzaziome delle farine

Salve, Ho iniziato ad usare il frumento Senatore Cappelli in quanto ho saputo che ha un i.g. basso,il pane però con questa farina viene piuttosto pesante e poco alveolato e qualcuno mi ha consigliato la gelatinizzazione che dovrebbe portare leggerezza;leggendo in rete però, mi pare di aver capito che la gelatinizzazione degli amidi porta ad un aumento dell'indice glicemico,solo che l'articolo era abbastanza tecnico e non son sicuro di aver capito tutto..può darmi maggiori dettagli?

Vedi la risposta

Poolish e biga

Buongiorno dottoressa. Potrebbe spiegare perché il poolish si usa preferibilmente (o solo) negli impasti molto idratati? Cosa si sbaglia se si prepara un poolish con 500g di farina e 500 di acqua e poi lo si utilizza in un impasto in cui si aggiungano 500g di farina e un ulteriore 5 o 10 per cento di acqua, per un pane idratato al 55o 60%? Avrei anche un'altra domanda. Perché utilizzare solo il 30% di biga se in alcune ricette si arriva addirittura al 100%? Non sarebbe meglio avere tutto o quasi tutto l'impasto con quelle 18/24 ore di maturazione, piuttosto che solo una sua parte? In quali casi è meglio utilizzare basse percentuali di biga? E come si può ottenere in questo modo una buona maturazione della parte aggiunta nell'impasto? La ringrazio, sperando di non essere l'unica lettrice a porsi queste, forse stupide, domande.

Vedi la risposta

Stabilità farina e limite di impastamento

Buongiorno Dott.ssa Lauri, e complimenti per il sito ed il servizio. Mi chiedo quale sia in termini pratici il rapporto tra la stabilità della farina ed il reale limite di impastamento in macchina (spirale)... mi spiego meglio. Osservando alcune schede tecniche di varie farine ho notato che viene riportato il tempo di stabilità, riscontrando a seconda della farina casi che vanno dai 10 minuti fino ad un limite inferiore di 2 minuti!! Impastare per soli 2 minuti (ma anche per 8 minuti) sappiamo che non è possibile per arrivare ad una corretta formazione del glutine ed il corretto punto pasta... infatti parlando di pizza impastata a spirale solitamente la lavorazione tra prima e seconda velocità dura circa 15 minuti. Dunque chiedo... come devo considerare in termini pratici i minuti di stabilità della farina riportata? E poi la stabilità è strettamente collegata alla temperatura dell'impasto? e alla forza/velocità di impastamento? Il mio problema è che quando lavoro con la spirale devo ancora ben comprendere quando è il giusto momento di fermarsi, dunque a volte mi pare di andare oltre e ritrovarmi alla fine l'impasto che cede umidità anche se magari l'impastamento è durato i canonici 15 minuti o meno ed è stato chiuso sotto i 25 °C... può essere legato alla stabilità della farina? A me hanno insegnato di fermare l'impasto quando estendendolo con le dita crea il cosidetto velo, è corretto o ci sono altri fattori? (oltre la corretta temperatura finale). So di aver scritto un messaggio abbastanza confusionario, e chiedo venia... sperando si sia capito il senso, ancora ringrazio e cordialmente saluto.

Vedi la risposta

Madre e lievito di birra insieme

Buonasera Dott.ssa Lauri, ho avuto il piacere di conoscere il vostro sito grazie al quale ho potuto mettere in discussione molti approcci sbagliati nella panificazione migliorando sensibilmente i miei risultati. Avrei una domanda da porle: Si parla spesso di lievitazioni "combinate" ovvero quelle che si ottengono usando lievito di birra e pasta madre. Alcuni tuttavia sostengono che il lbd agendo più rapidamente della pasta madre tolga nutrienti al lievito naturale rendendo inutile o quasi l'uso combinato di questi ingredienti. Lei che ne pensa? Grazie Cordiali Saluti

Vedi la risposta

Miglior impasto o...

Buongiorno dottoressa Lauri. Vorrei chiederle secondo lei, quale mix di ingredienti, con o senza accorgimenti, consiglierebbe per un impasto ottimale? Le chiedo questo giacche', con l'avvento oggi di farine alternative, e pseudo impasti segreti tramandati in sogno da qualche avo che non riposa bene nell'aldila', mi trovo spesso a lavorare in locali dove vengo fatto oggetto di pretese assurde, a dir poco. Io son per un utilizzo di una farina w 240/300, ed ovviamente lievito, sale ed acqua, e se proprio si vuole dare croccantezza, un mix di semi ed oliva. La ringrazio per l'attenzione, attendo una sua gradita risposta.

Vedi la risposta

Pizza senza lievito

Salve dottoressa, voglio farvi i complimenti per la sua professionalità e disponibilità. Desidererei avere delle delucidazioni su impasti per la pizza senza lievito, che farina adoperare è come impastare. Grazie anticipatamente

Vedi la risposta

Pizza, quali tecniche di lavorazione?

buongiorno Dott.sa Lauri , al momento, in pizzeria, ho a disposizione una farina con W=190 P/L=0.6, oltre all'impasto diretto, sono consigliabili altre tecniche di lavorazione, semidirette o indirette? grazie infinite della sua disponibilità. cordialmente

Vedi la risposta

Rosetta

Salve, dott.ssa Lauri ho difficoltà ad avere una rosetta vuota dentro.Solitamente utilizzo questi ingredienti: 2 kg di biga(16 ore) 800gr di farina 00 w330,30gr di malto,5gr di lievito,25gr di sale,800gr d 'acqua,non dó nessuna puntatura, cilindro a macchina, faccio lievitare i pastoni un ora formo la rosetta e faccio lievitare 30/40 minuti e inforno a 220 gradi con abbondante vapore.Ho uno buon sviluppo, ma sono piene di mollica all interno.

Vedi la risposta

Impasto di farro a casa 100% o mix con altre?

Salve dottoressa. complimenti! La seguo un pò ovunque e presto tramite il gruppo PGM la incontrerò di persona in crociera! :) non vedo l 'ora. A parte tutto ciò, volevo fare un pizza al farro da fare in casa. meglio 100% o la taglio? idro, appretto e puntata? pensavo ad un 75% tutta puntata in massa poi frigo a +4°C. dopo 24 ore, staglio ed appretto fino a cottura. forno di casa. teglia piccola. pallina da 600 g. cosa mi consiglia lei? grazie in anticipo. e complimenti anche per i suoi libri :)

Vedi la risposta

Tecnica del freddo in Pizzeria

Salve Dottoressa e grazie mille per la sua generosissima disponibilità. Attualmente lavoro con un impasto gestito tutto a temperatura ambiente (circa 22°C) da un minimo di 20 ad un massimo di 40 ore. E' una farina belga intorno ai 220W, proteine 11,5 %, con un idro 60% circa, sale al 2,5%, senza olio, e 4 gr di lievito di birra fresco in 16 kg di farina, con una puntata in massa di circa 10 ore... Volevo chiederle quali sono, se ci sono, gli accorgimenti da prendere nel caso decidessi di gestire l' impasto con l' utilizzo del freddo.. Spero di essere stato chiaro.. Grazie e buona giornata!

Vedi la risposta

Quantita' di Madre

Salve, per il pane alcune ricette contengono una dose di lievito madre da mettere direttamente nell'impasto (es.30%), altre viene messo una piccola dose di lievito madre per un poolish iniziale (es.5%) e poi utilizzato dopo 6/12 ore. Differenze? Quando optare per una o per l'altra?

Vedi la risposta

Pane senza sale

Buongiorno,vorrei provare a fare un pane senza sale, tipo toscano. In realtà ho già fatto una prova modificando una ricetta che già usavo per del pane che modellavo come "toscano". Questa la ricetta: biga 20h con 0,7% lievito naturale (macinata a pietra integrale) rinfresco con 20% farina su farina biga W200 5% germe grano su tot farina 1% malto su tot farina h20 70% 1,5% sale su tot farina 3% evo su tot farina idrolisi 20 minuti 3h lievitazione in massa, spezzatura, modellamento, 2h lievitazione finale, cottura scioccamente ho provato questa stessa ricetta eliminando solo sale e olio e diminuendo al 66% h20. quasi subito mi sono accorto che qualcosa non andava, durante l'impastamento la pasta stentava a staccarsi dalle pareti e non si aggrappava al gancio. quando poi ho tentato di togliere la pasta dalla vasca il livello di blasfemia nell'aria è diventato altissimo...la pasta si allungava all'infinito (senza spezzarsi) ma non si staccava dalle pareti...non è stato possibile dare pieghe poichè mancava totalmente di elasticità. ho buttato via tutto... Arrivo alla domanda: quali sono le accortezze e la corretta procedura per ottenere pane senza sale con pasta madre? specifico con pasta madre perchè mi pare di aver fatto tempo fa un esperimento del genere ma con lievito di birra, e (se la memoria non mi inganna) non ho avuto di questi problemi. Grazie infinite per eventuali spiegazioni.

Vedi la risposta

Acidità dei prefermenti con farine semi integrali

Buongiorno Dottoressa, ho notato che i prefermenti a base di farine integrali tendono a sviluppare più facilmente acidità, da cosa è dovuto e come si può procedere per controllarne la corretta esecuzione?

Vedi la risposta

Lievitazione con pasta madre o con lievito

Salve,mi chiedevo quali fossero le differenze sul risultato finale nel caso alla lievitazione con pasta madre abbinassi la lievitazione con lievito di birra. mi spiego meglio: al momento per ottenere un buon pane a lievitazione con sola pasta madre faccio una biga a 48h (24h a +4°C + 24h a 18°C). al momento del rinfresco aggiungo 20% di farina su farina biga e acqua per arrivare a 70% h20. finito l'impastamento metto a lievitare in massa per 3h a t.ambiente; a circa meta di questa lievitazione (quindi dopo 1h30) effettuo 2 pieghe. finito il riposo in massa spezzo e preformo, attendo 30 minuti formo e metto a lievitare circa 2h sempre a t.ambiente. una volta cotto il risultato è piuttosto buono: bello sviluppo, crosta leggermente spessa (uso per 75% farina integrale) ma molto friabile e profumatissima, sapore dolce e leggermente acido. appena ho un po di tempo farò una prova aggiungendo durante il rinfresco della biga l'1% di l.b. sulla sola farina aggiunta...mi chiedevo che differenze dovrei aspettarmi e soprattutto che cosa succede alla massa in questo caso...so che il l.b. ha un metabolismo molto più veloce della pasta madre, ma nel mio caso è anche vero che la biga è ben colonizzata dalle colture presenti nella madre...prevarrà su tutto uno dei due lieviti oppure ci sarà una mutuata collaborazione? grazie mille. PS: Grazie per la preziosa risposta alla mia precedente domanda. Sto ottenendo buoni risultati con un mix di avena,miglio,quinoa...25% su tot farina...

Vedi la risposta

Momento esatto per infornare

Buongiorno,vorrei chiedere un consiglio pratico. Come faccio a capire quando è il momento giusto per inforare il pane in lievitazione? C'è qualche trucchetto o modo per non infornare nè troppo prima, nè troppo dopo con il collasso dell'impasto. Grazie

Vedi la risposta

Conservazione biga

Buongiorno Dott Lauri Come posso conservare la biga, chiusa ermeticamente, o va fatta "respirare"? Grazie

Vedi la risposta

Pane soffiato

Gentile Dott. ssa, è corretto ritenere che se si utilizzano due farine con W e P/L differenti, il valore risultante di questi parametri sia la media dei valori delle due farine? Se così fosse, basterebbe infatti avere in dispensa una farina molto forte e una debole, e miscelarle in proporzioni tali da ottenere il valore richiesto dalla ricetta, a vantaggio della praticità. Le chiedo inoltre se una rosetta soffiata vada necessariamente eseguita con una farina W 380-400 e se questa farina si debba necessariamente mettere in una biga in percentuale pari al 80-90 per cento sul totale. In sintesi, potrebbe spiegarmi da cosa dipende e come si può favorire la formazione del vuoto nella rosetta? La ringrazio molto per le risposte e i suggerimenti, un grande aiuto anche per panificatori inesperti, come me.

Vedi la risposta

La quantità di olio è calcolata nell'idratazione totale?

Buongiorno Dottoressa,gentilmente volevo chiedere se l'olio nell'impasto viene calcolato nell' idratazione. Distinti saluti

Vedi la risposta

Ad impastare ...si parte dall'acqua o dalla farina?

Gentile dottoressa, sia nei forum, ma anche tra le domande di qualcuno qui, leggo spesso che il dosaggio del lievito per impasti di pizza viene calcolato su lt. di acqua. Io l'ho sempre calcolato sulla quantità totale di farina. Sbaglio? Inoltre, cosa cambia tra le due ipotesi? Grazie infinite!

Vedi la risposta

Pasta madre (2)

Ottimo tutto ciò che mi ha scritto. Mi e' stato molto utiliìe. Rispondendo al suo quesito, la pasta madre è solida e la conservo in frigorifero .Volevo sapere inoltre a che temperatura e per quanto tempo va cotto il pane.Grazie buona gionata

Vedi la risposta

Ordine inserimento ingredienti impasto pizza

Buongiorno dottoressa, innanzitutto La ringrazio per la pazienza e la professionalità che offre sempre nel rispondere ai nostri mille quesiti. Volevo chiederle qual è il giusto ordine di inserimento ingredienti in un impasto per pizza. Il mio dubbio rimane soprattutto sulla sostanza grassa (olio di oliva). Non so se considerarla come liquido (e quindi inserirla all'inizio dell'impasto come l'acqua) o come grasso e quindi inserirla a metà impasto come il burro. Grazie

Vedi la risposta

Impastamento con lame per biga e impasto successivo

Buongiorno Simona, impastando a mano e da neofita spesso ho difficoltà ad amalgamare perfettamente la biga con il rinfresco, che solitamente unisco in piccoli pezzi quando quest’ultimo è in fase di pastella ed insieme alla restante farina. Nell’ultimo impasto ho provato a sciogliere la biga in acqua con l’utilizzo di un mixer ad immersione e chiaramente ne è uscita una crema uniforme. Incuriosito ho trovato informazioni di chi già utilizza questo metodo per il rinfresco del lievito madre o di chi parte frullando la biga con la farina del rinfresco. Le chiedo cortesemente se questi metodi possano essere usati (per me sarebbe co-mo-dis-si-mo!) oppure danneggino la biga e la qualità del prodotto finale. Inoltre, volendo ottenere un ipotetico impasto finale a 28 parto da questa cifra moltiplicata per 3 (come il numero degli ingredienti), quindi 84, da cui sottraggo la temperatura della biga e quella della farina più un grado per l’impastamento a mano per ottenere la temperatura ideale dell’acqua. In questo caso con biga e farina entrambi a 18 gradi dovrei aggiungere acqua a 47 gradi o addirittura maggiore in caso di ingredienti più freddi. Se non sto sbagliando procedura, tali temperature non danneggiano gravemente i lieviti? La ringrazio ancora per la gentilezza e le preziose informazioni che mi sta regalando. Dino

Vedi la risposta

Scarsa reazione di Maillard

Gentile Dottoressa approfitto nuovamente della sua esperienza e disponibilità per un problema legato alla produzione di un impasto per pizza classica realizzato in modo indiretto lungo con mix farina tipo 1 e integrale nella misura del 50% con 48 h di maturazione a temperatura controllata. Premetto che per ovviare alla mancanza di zuccheri data la lunga maturazione aggiungo 1% di estratto di malto . Nonostante ciò durante la cottura la colorazione risulta scarsa.La domanda è come mai questo problema lo riscontro solo in impasti con presenza di farina integrale e non negli altri, anch'essi realizzati con la stessa metodica, ma con farina di tipo1 ? La ringrazio e la saluto.

Vedi la risposta

Percentuale biga e ldb per rinfresco

Buon pomeriggio, innanzitutto la ringrazio per la risposta ad un mio precedente quesito e la pazienza dimostrata. In tema di biga, che realizzo con farina w350 (finito lo stock la prenderò da 300w come mi ha consigliato), 45% acqua e 1% lievito di birra per circa 20 ore a 18 gradi, non mi è chiara la quantità di farina da utilizzare per questa riferita al totale della ricetta e se nel rinfresco vada aggiunto altro ldb. Nel dettaglio solitamente preparo due diversi impasti; uno per pane tipo toscano ed uno tipo baguette. Per entrambi su 1kg di farina prevista per la ricetta ne utilizzo 300 per la biga, rinfrescando poi con i restanti 700 gr di farina più debole (w 200 toscano e w250 baguette) e circa il 55 (toscano) /60 (baguette)% complessivo di idratazione, lo 0,5(toscano)/1,5 (baguette)% di sale e 1% di malto in sciroppo senza altro ldb. Per dei prodotti ottimali come toscano e baguette non mi è chiaro se questa % di biga (quindi 438 gr su circa 1600 complessivi) possa essere corretta e se, nel caso, si debba aggiungere altro ldb, in quale percentuale ed il perchè. Più in generale immagino che questi fattori dipendano dal prodotto finale che si desidera ottenere, ma da neofita vorrei ora dedicarmi al capire i meccanismi della biga e del successivo rinfresco per poter più avanti aver delle basi per “costruirmi” delle ricette. Le chiedo, inoltre, la funzione della pasta di riporto per la panificazione, se la si possa utilizzare insieme alla biga e, nel caso, in quale % la consiglia. La ringrazio e cordialmente la saluto.

Vedi la risposta

Pasta madre (1)

Gent. dottoressa da anni anni ho ereditato la pasta madre che regolarmente rifocillo ogni 3 giorni. Vorrei sapere, per fare il pane ,pizza ,foccaccia che dosi per un kilo di farina 00 devo fare? Premetto che non sono panettiere, ma autodidatta .Grazie a lei

Vedi la risposta

Avena, miglio, quinoa, amaranto...come usarle al meglio?

Un saluto e infiniti complimenti per questa rubrica che letteralmente mi rapisce (altrochè facebook). Da tempo ho perfezionato alcuni impasti con lievito madre e farine integrali o semi integrali macinate a pietra. Prediligo lunghe maturazioni che nel mio caso arrivano a circa 70h. Volevo iniziare a fare esperimenti con le farine in oggetto e quindi chiedo a lei qualche indicazione su come utilizzarle al meglio. Esistono percentuali massime di utilizzo in un impasto, quali accorgimenti utilizzare (temperature,percentuale di idratazione, tempi massimi di riposo, etc), insomma un punto di partenza per tentare di ottenere da subito dei risultati decenti senza rischiare di buttare via impasti. Che tipo di prodotto restituiscono farine del genere? ovvero, come posso capire se il risultato è buono magari riferendomi ai più comuni descrittori del pane? Grazie infinite e buon lavoro.

Vedi la risposta

Biga e fermentazione lattica

Salve Dott.ssa, volevo chiederle delucidazioni in merito ai microorganismi che si sviluppano in un impasto con biga fermentata a 24h. Avremo lo sviluppo di batteri lattici e quindi di acido lattico, acetico ed altri composti aromatici? La ringrazio e le pongo cordiali saluti

Vedi la risposta

Risposta alla domanda lievitazioni lunghe con grano duro e estrazione del glutine

Buon giorno dott.ssa grazie per la risposta, per quanto riguarda i motivi per cui estrae il glutine non lo fa sapere, questa è la sua risposta di come esegue l'estrazione del glutine :" riporto dell amido vuol dire che dall ultimo impasto ho tenuto 1kg di pasta dove ho separato il glutine dall amido in acqua..... estratto il glutine ho tenuto per il nuovo impasto... l`amido." Per quanto riguarda invece la mia domanda, lei quando parla dei suoi impasti con 48h di maturazione a +4 gradi, si riferisce a semole rimacinate o la semola, come prodotto granulare a spigolo vivo? E nel caso quale dei due prodotti è più idoneo? Sono sardo e ho sempre lavorato la semola, sia con autolisi lunghe e corte, ma mai con maturazioni superiori alle 24 ore. Grazie ancora per la disponibilità.

Vedi la risposta

Lunghe lievitazioni su rimacinato di grano duro e estrazione del glutine

Buon giorno direttore, questi giorni ho sentito parlare di impasti di semola rimacinata, con oltre le 72h di maturazione, che nella preparazione dell'impasto utilizzava come passaggio l'estrazione del glutine dalla pasta di riporto. É possibile che un impasto di grano duro possa sopportare tutte queste ore di maturazione ottenendo poi un pane con alveolatura importante? Grazie del tempo che vorrà concedermi. Un vostro affezionato lettore.

Vedi la risposta

Microflora specifica delle madri.

Buongiorno Dott.ssa Lauri, innanzitutto le vorrei fare i complementi non solo per sua professionalità, ma anche per la sua disponibilità che ogni volta concede veramente a tutti.Ho letto con piacere il suo ultimo intevento sul Li.Co.Li. o, per meglio chiamarlo, sulla Madre in coltura liquida.Vorrei sapere se è vero quello che si legge spesso, che esistono paste acide più adatte ai grandi lievitati e altre più adatte a prodotti quali pane e pizza. Se si, quali sono le differenze tra le due? Quale è la procedura per avere l'una o l'altra (starter differenti)? Si può usare p.e. saccaromiceti come innesco iniziale?, o più semplicemente forse, in che differente modo vanno gestite (se c'è una differenza)?

Vedi la risposta

Mollica umida

Dottoressa seguo molto il suo sito, volevo chiderle perche alcune volte il pane casereccio presenta una mollica umida. Premetto che uso una farina 240 W e su 10 kg aggiungo 3 kg di pasta di riporto 100 gr lievito compresso,temp finale 25°. Riposo pasta 2 ore circa e poi formatura. Ringrazio anticipatamente per la sua disponibilità cordiali saluti.

Vedi la risposta

Maturazione

Salve dott.sa Simona Lauri, Vorrei porle delle domande: Durante la maturazione di un impasto quali sono tutti i processi chimici, fisici e biochimici che avvengono ? Cosa si intende per maturazione dell'impasto ? Grazie mille per la sua gentilezza

Vedi la risposta

Li.Co.Li cos'è????

Ho cercato la modalità per preparare da zero un LiCoLi: dove posso trovarla? Grazie

Vedi la risposta

Pane ad alta idratazione

Salve! Complimenti per la grande professionalità, seguo sempre i suoi articoli. Ho un problema con la produzione di pane ad alta idratazione (95%,100%)a lievitazione naturale. il prodotto è ottimo con una mollica ben strutturata e aperta ma non riesco a ottenere che i tagli, nonostante siano a 45, ai sollevino. In pratica si aprono in larghezza. Il volume del prodotto finito non è basso o allargato. In forno a 240 con vapore direttamente sul refrattario. Spero abbia qualche idea, grazie!

Vedi la risposta

Impasto "scarico" e maturazione

Salve Dottoressa. Le scrivo in quanto sono anni che mi porto dietro un problema del quale non riesco a venire a capo, quello della scarsa colorazione del cornicione della mia pizza. Faccio pizza "napoletana" e Il mio impasto tipico è un 63/65% di idratazione con farina tipo 0 w300/340 e lo 0,1% di lievito, maturato 24 ore - 12 puntata + 12 appretto -. Naturalmente sono attento alla temperatura di chiusura dell' impasto - 22/23°-, a non impastare eccessivamente - tempi di impasto 15/20 minuti - e alla temperatura ambiente che nel mio locale è sempre intorno ai 20 gradi. Il mio problema è che mi ritrovo sempre un impasto "scarico", che tende a colorare poco in cottura - cuocio a 450 gradi per circa 70/90 secondi - e non capisco quale possa essere il problema. Ho provato diverse farine con caratteristiche simili a quelle menzionate ma il problema permane. I miei colleghi concordano sul fatto che l'impasto arrivi "scarico", privo di zuccheri utili alla colorazione del cornicione ma non mi spiego il perché. Oltretutto non mi è chiaro il nesso tra il W della farina - che credo sia adeguato rispetto al tipo di impasto - e la quantità di zuccheri residui. Spero che possa aiutarmi a chiarirmi finalmente le idee. In attesa di un suo riscontro, la saluto cordialmente e la ringrazio.

Vedi la risposta

Maturazione impasto.

Buongiorno Dott.ssa Lauri , mi potrebbe gentilmente dare la definizione precisa di maturazione di un impasto e che cosa precisamente avviene durante questa fase e perché una farina debole non è in grado di sopportare una lunga maturazione. Mi scuso se ho chiesto troppo e la ringrazio per la sua disponibilità.

Vedi la risposta

Maturazione casalinga

Buongiorno, volevo cortesemente sapere se ai fini dell'ottenimento di un sapore maggiore e aroma superiore, prendendo una farina 330w e facendo una maturazione di 24 ore a temperatura ambiente, calibrando il lievito, e/o facendo 48 ore in frigo otteniamo lo stesso prodotto. Ha un senso per un pizzaiolo casalingo usare il frigo se posso ottenere lo stesso risultato in meno ore a temp ambiente? Grazie

Vedi la risposta

A cosa servono il 90% dei granuli di amido non rotti dalla macinazione? Come incidono sulla digeribilità dell'impasto?

E' un dato acquisito ormai che solo circa il 10% dei granuli di amido presenti nella farina sono granuli rotti durante la macinazione e quindi attaccabili dalle amilasi, rendendo così digeribile l'impasto e consentendo la lievitazione ad opera dei lieviti che li metabolizzano dopo l'azione della milasi. Mi chiedo quindi il restante 90% circa dei granuli cristallizzati e non rotti che non possono assorbire acqua e non possono quindi essere attaccati dalle amilasi, che funzione hanno? Non essendo "predigeriti" dalle amilasi, sicuramente Incidono negativamente sulla digeribilità, giusto? Allora mi chiedo perchè non si utilizzi sempre l'autolisi a caldo per rendere gli impasti ancor più digeribili. Mi aiuti a chierire questi concetti per favore. Grazie sin d'ora per la sua disponiblità.

Vedi la risposta

Rapporto tra Puntata e Appretto per la pizza

Salve. Cosa cambia in una pizza (faccio la verace napoletana) se una volta decise 24 ore a temperatura ambiente di 20 gradi, e con la giusta farina, faccio: Puntata breve e lungo appretto (esempio 5+20) Puntata Lunga e appretto breve (Es.18+6) Puntata e Appretto con stagli a circa metà tempo (es. 12+12). E infine: oltre al fatto di sapere se cambia il prodotto, volevo sapere se devo cambiare le dosi di lievito. (Esempio se decido di utilizzare mezzo grammo a litro) Grazie e buona serata.

Vedi la risposta

tempi maturazione farine per pane casereccio

Buongiorno gentile Simona, è da poco che ho scoperto questo favoloso mondo dei lievitati e devo dire che anche la passione lievita ogni giorno come purtroppo la confusione! Forum, libri, articoli vari, tele santoni…sento tutto e il contrario di tutto, ma col tempo sto imparando a selezionare le informazioni. Ho appena acquistato i segreti di un’arte e spero di chiarirmi un po’ di dubbi…nel mentre però ne approfitto (!) chiedendole se può darmi delle indicazioni per l’utilizzo al meglio delle farine che attualmente utilizzo, con le seguenti caratteristiche: tipo 0 w 250 pl 0,5-0,6 stabilità maggiore di 10 min.; tipo 0 w190-210 pl 0,5-0,6 stabilità maggiore di 5 min; tipo 1 w 180-200 pl 0,4-0,55 stabilità maggiore di 10 min; tipo 2 verna Solitamente parto da una biga con ldb fresco a 20 ore preparata con una farina w 350-370 pl 0,5-0,6 (su 1 kg di farina totale degli ingredienti ne utilizzo 300 grammi per la biga) alla quale aggiungo una delle farine che le ho elencato (per verna e tipo 1 prima ½ ora di autolisi), acqua per una idratazione complessiva dal 57% al 60% , lo 0,5%/massimo 1% di sale e un cucchiaino di malto e impasto a mano. Cerco di terminare l’impasto a 24 gradi (utilizzo la formula della temperatura finale desiderata e moltiplicata x3 a cui si sottrae la temperatura della farina e dell’aria per arrivare a trovare la temperatura dell’acqua..è corretta? Per la biga invece utilizzo la sua formula del 55), circa un’ora di riposo a ta, quindi in frigo a +4. Dopo circa 12/16 ore tolgo dal frigo, 2 ore a ta, spezzatura, preforma, formatura e appretto di circa 3-4 ore a 26 gradi (forno con luce accesa). Le chiedo cortesemente un consiglio perché i risultati che ottengo sono ancora ben lontani dall’ottimale (spesso pani ancora un po’ umidi all’interno e crosta spessa) soprattutto sui tempi di puntata e di appretto ideali per le farine che utilizzo e con le modalità che ho provato a spiegare. Le chiedo inoltre la tecnica ideale di cottura in forno casalingo per il pane tipo toscano (temperatura, vapore si o meno..a volte leggo di infornare a 250 a volte a 180..) oltre al metodo ideale di lavorazione (io uso solo ldb) della farina verna che adoro. Da ultimo (promesso!) le chiedo se è possibile preparare una biga a 20 ore con farina integrale o tipo 1, 2 con valori di w 180-200. Glilo chiedo perché mi sembra di aver letto che consigli, qualora si volesse utilizzare farina integrale o grezza, di mettrela nella biga, ma non ho capito se in quel caso dovesse avere un w alto. La ringrazio.

Vedi la risposta

Gelatinizzazione degli amidi

Buongiorno dottoressa Lauri, la domanda che segue è in merito alla tecnica della gelatinizzazione degli amidi; ho notato che questo processo di, mi passi il termine, "impastamento" risulta più efficace con farine quali la segale bianca e/o integrale o con grano spezzato, a dispetto dell'utilizzo di farine tipo 00. Partendo dal presupposto di aver effettuato queste prove in ambiente non contaminato da lieviti, come funziona esattamente, chimicamente parlando, l'attivazione degli enzimi responsabili della successiva lievitazione di un impasto "senza lievito" e perché alcune farine sono più indicate di altre? La ringrazio qualora volesse rispondere.

Vedi la risposta

lievito si,lievito no o pane marcio ?

Salve Dr.sa Lauri, ho letto ieri su un gruppo FB la sua risposta a chi chiedeva delucidazioni sulla moda dilagante di utilizzare bassissime percentuali di licoli (1%) negli impasti per pane,nelle innumerevoli discussioni sorte successivamente a questo Q/A è emerso anche il discorso di “pane che marcisce durante la lievitazione” ,che però nessuno ha saputo spiegare in cosa consiste esattamente e come accorgersi se ciò avviene, sa darmi qualche informazione in più? Sempre in merito alla riduzione del lievito ,ultimamente ho letto di professionisti e non che stanno producendo impasti per pizza totalmente senza lievito utilizzando solamente farine particolari ,acqua molto calda e tempo ; in questo caso ci sono gli stessi rischi da lei segnalati per il basso utilizzo di licoli o l’assenza totale di lievito elimina i suddetti rischi ? Grazie

Vedi la risposta

Maturazione e IG Impasti

Egregia Dottoressa, leggo con attenzione le Sue risposte,sempre interessanti. e desidererei un Suo parere su questo tema. E' corretto pensare che una giusta maturazione e lievitazione a temperature controllate (tra le 24 e 30 ore a 4/5°C e a 22 gradi) per farine con W intorno a 200 porti a una aumentata digeribilita' e notevole riduzione dell'indice glicemico per il lavoro dei batteri sugli amidi e degli enzimi sulle proteine e quindi dei lieviti sugli zuccheri semplici trasformati? La ringrazio Cordialmente

Vedi la risposta

Farina Tipo OO

Buongiorno ho una domanda curiosa: in che anno nasce la farina Tipo OO? grazie per la risposta

Vedi la risposta

Alveolatura dei lievitati.

Dott.ssa Lauri buongiorno, sono un appassionato di grandi lievitati, cerco sempre di migliorarmi in quest'arte "magica". Le chiedo consiglio per migliorare l'alveolatura dei miei panettoni. La composizione dell'impasto t.q, prima di infornare è, mediamente, la seguente: farina forte 28/30%, Zucchero 11/12%, Tuorlo 9/10%, Burro anidro 9/10%, Lievito madre 30% della farina del 1° impasto (circa 60 g), Acqua 9/10%, Latte intero 6% circa e solo nel 1° impasto, Canditi 15%, uvetta 5%, Sciroppo di glucosio 1%, Sale 5% e bacca di vaniglia. L'ordine di aggiunta è: latte, acqua, tuorli, zucchero. Segue miscelazione, poi aggiungo il lievito madre e impasto per bene. A questo punto aggiungo la farina, aggiungo le restanti quantità di ingredienti e liquidi, incordo l'impasto e termino con l'aggiunta del burro anidro, segue lievitazione a 28/30 °C in cella di lievitazione artigianale. Ad impasto triplicato (circa 10 ore) proseguo con la formazione del 2° impasto aggiungendo le restanti quantità di farina, acqua, tuorlo, zucchero, sciroppo di glucosio, burro, sale. Incordo e procedo con i canditi e l'uvetta. Quindi puntatura a t.a. per non meno di un'ora e, non di rado, fin quasi due ore. Procedo con la 2a lievitazione per circa 5 ore. Dopo di che la cottura la effettuo a 200 °C per 15 minuti con accesa la sola resistenza inferiore del forno, e completo a 180 °C con entrambe le resistenze accese per circa 40 minuti. Dott.ssa mi scusi se mi sono dilungato, ma ci tengo particolarmente ai lievitati. La ringrazio anticipatamente e le auguro buona giornata.

Vedi la risposta